venerdì 18 dicembre 2009
L'uomo più schiavo che esista è quello che comanda sugli altri uomini
Ho sentito da qualche parte che c'è stata una bomba anarchica in una Università da queste parti. Beh, lasciatemelo dire, non erano anarchici. Io gli anarchici li ho conosciuti. Quelli le bombe le sapevano usare. E questi qui sono solo una banda di teppistelli da stadio che giocano con i petardi. Lasciate stare ,non è per voi. Io alla mia età, ho maturato delle convinzioni pacifiste. La libertà si conquista con la pace. Una pace ribelle. Ma pur sempre una pace. Ho visto troppi morti nella mia vita. E trasportato a spalla molte bare. Io resto ribelle al sistema. La mia ribellione consiste nel continuare a esistere. Ho novant'anni e nessuno è mai riuscito a farmi cambiare le convinzioni libertarie che ho sempre avuto . Voi non capite, io ho già vinto. Lasciate stare la dinamite, aiutate il prossimo come monaci senzadio. Non sono stato redento dal Sistema, per novant'anni. Sono la testimonianza vivente che l'anarchia ha vinto. Ora un mucchio di persone si aspetta la mia morte. Ma c'è n'è invece un cospicuo numero che mi scrive lettere, a cui rispondo puntualmente, da tutto il mondo, disseminatori di allegra e spregiudicata libertà danzante impossibile da imprigionare. Sono gli inseminatori di libertà. Basta uno solo di questi uomini perchè le menti degli umani si schiudano e assaporino la gioia della libertà. Potranno incarcerarmi( già successo), derubarmi, violentarmi, ferirmi , uccidermi. Altri mille ne risorgeranno. Perchè la libertà è un bisogno insopprimibile dell'uomo. Almeno altrettanto forte della voglia soggiogatrice dell'uomo stesso. Adesso basta con la filosofia. Ho appena fatto yoga. Ho i pori della pelle aperti. Mi sento la forza di mille leoni. E le energie le prendo dalla natura vegetale. La carne resta più dura, se non deve sopportare il senso di colpa del cannibalismo mammifero. Esco per strada. Milano è sotto la neve. E, a parte tutto il resto, mi sento libero. Per il momento mi concentro sui fiocchi di neve che cadono copiosi come cotone di una piantaggione piena di neri ripiegati su se stessi. Alcuni senegalesi fumano una sigaretta. Due marocchini mangiano un kebab. Il cielo sembra illuminato a giorno. Ribelle alla dittatura di questa città tutto il tempo buia da notte polare. Persino il cielo è libero. E l'uomo più schiavo che esiste è quello che comanda altri uomini.
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