venerdì 2 dicembre 2011

la morte a cena

fa freddo. e umido. fuori i palazzi sembra che indossino delle sottane trasparenti e dentro è pieno di puttane vere, donne che fingono di amare i mariti, donne che amano mariti a cui non frega niente di loro, tutta una finzione consacrata dalla santa romana ecclesia. io sono sveglio presto, fuori ancora è buio e ascolto la radio . ho sognato qualcosa sui bei tempi andati. ma non mi ricordo bene. figuriamoci non mi ricorso la realtà che vivo, immaginate i sogni . quasi cent'anni . tutte le persone che ho amato sono morte . la natura mi ha dato questo fardello . per uno che non crede è più pesante perdere un affetto, non pensate ? ogni tanto aggiorno questo blog. mi tiene compagnia. mentre all'orizzonte non si profila nulla di buono. i soliti poteri forti si preparano a succhiare la masnada di disperati già abbondantemente dissanguati quali noi siamo . mi accingo a fare colazione con tè e un pezzo di pane raffermo rinvigorito dalla fiamma del gas. un pò d'olio e pomodorini . è stata sempre la mia colazione. la colazione del contadino . poi farò un pò di qi gong . poi forse uscirò. o forse no . nessuno mi cercherà. e io forse resterò nel mio guscio, in attesa della mia gradita ospite che ancora non viene. tarda sempre a venire . non le sto simpatico, alla morte . preferisce i giovani, lei, come un vecchio vampiro stupratore. e' strana, la morte, si prende giovani virgulti e lascia in vita vite che hanno cessato di vivere. non c'ha gusto a prendersi uno come me .
Juri Montesano

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